mercoledì 21 settembre 2016

SAHG - Memento Mori

"Memento Mori" 

Release date: 23rd of September, 2016 

Country: Norway

Stylehard rock/ doom metal

Tracklist:
1. Black Unicorn
2. Devilspeed
3. Take It To The Grave
4. Silence The Machines
5. Sanctimony
6. (Praise The) Electric Sun
7. Travellers Of Space And Light
8. Blood Of Oceans



I Sahg sono la dimostrazione che anche in un genere apparentemente statico e conservatore come il doom è possibile avere un suono personale, che non ricalca i soliti clichè sabbathiani triti e ritriti. 

Memento Mori è il quinto lavoro di questi norvegesi, ed è un album maturo, curato sotto tutti gli aspetti e mai noioso. Le inevitabili influenze di Iommi e soci sono presenti, ma vengono filtrate in un suond dalle varie sfaccettature, insomma in “Memento Mori” non troveremo l’ennesima scopiazzatura di “Chilren Of The Grave”.

“Black Unicorn” è introdotta da una chitarra riverberata e da un cantato “malato”, una serie di riffs ultraheavy rendono il clima incandescente, prima del ritorno alle atmosfere di inizio song. “Take It To The Grave” dopo un inizio molto floydiano si trasforma in un heavy metal dalle tinte scure che avrebbe ben figurato su “Eternal Idol”. Suoni progressive sono presenti anche in “Praise The Electric Sun”, ballata d’atmosfera con chitarra acustica e mellotron sullo sfondo, non distante dagli Hawkwind più dark. “Sanctimony” è invece un doom rallentato ma si mantiene coinvolgente in tutti i suoi 7 minuti di durata, pazzesca la parte centrale ricca di stacchi imprevedibili su una sezione ritmica impazzita.

“Devilspeed” è nettamente il brano più heavy del disco, caratterizzato da riffs taglienti, ritmi veloci e linee vocali dissonanti in primo piano, mentre “Silence The Machines” rilegge in chiave moderna la N.W.O.B.H.M. più oscura. L’epica “Blood Of Oceans” chiude il lavoro con cori solenni ad un passo dal viking metal.

Nel suo genere Memento Mori è uno dei lavori più riusciti del 2016, ascoltare per credere.

8/10
Andrea

Line-up:
Olav Iversen – vocals, guitars
Tony Vetaas – bass
Ole Walaunet – guitars

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