lunedì 4 gennaio 2016

IMPERIA - Tears of Silence Review

TEARS OF SILENCE


Release date: 20.11.2015

Genre: Atmospheric Gothic/Epic Metal

Country: Multinational
(Finland/Norway/Belgium/Germany)

Tracklist:
1. Silence Is My Friend
2. Crossroads
3. Broken (When The Silence Cries)
4. Away
5. Friheten Vil Seire
6. My Screaming Heart
7. Motherlove
8. The Vikingsong
9. Spirit Chase (Keep Fighting)
10. Innocent Child
11. Wings Of Hope
12. We’ll Be Free (Bonus Track)
13. Broken Hearts (Bonus Track)


Solido, sfaccettato, ricco, pieno di stratificazioni, ma soprattutto imprevedibile: può un album riuscire nella più grande delle imprese, quella di essere classificabile in un genere e allo stesso tempo essere capace di svincolarsi da una mera etichetta che troppo spesso ingabbia e non lascia alcuna libertà?

Razionalmente la risposta dovrebbe essere no, ma poi ascolti gli Imperia e tutto cambia: cambia la percezione di un genere, i confini sembrano diventare sfumati, oltrepassabili e le convenzioni di genere decadono perché, se è vero che la band capitanata dalla versatile cantante norvegese e sorretta da uno stuolo di musicisti provenienti da mezza Europa, è in grado di creare atmosfere perfettamente simbiotiche con un metal dalle marcate tendenze goth miste ad echi epici, è altrettanto vero che non si lascia certo imprigionare da questo stile.

Tears of Silence è il loro quarto album in studio del quartetto ed è un esplosione di suoni, un fuoco d'artificio che illumina il cielo in una notte buia e senza luna lasciando tutti col naso all'insù e la bocca spalancata davanti ad uno spettacolo senza tempo, capace di lasciarci senza fiato.

Spaziando tra ampie chitarre acustiche, orchestrazioni nella più perfetta tradizione sinfonica, uno stile a volte quasi cinematografico e delle atmosfere che a volte strizzano l'occhio perfino al folk metal con "The Vikinksong" o addirittura ad un metal più moderno fatto di synth corposi e sostanziosi di "Wings Of Hope"), la voce di Helena flirta senza troppi complimenti con quella parte più operistica della sua essenza come in "Motherlove", senza però aver paura di lasciarsi andare in ringhi ferali ed animaleschi e in backing vocals più morbide e d'ampio respiro ("Silence is my Friend").

Undici tracce, più due bonus track, tutte da scoprire ed assaporare quelle di questo album a metà strada tra i Theatre of Tragedy, i Leaves' Eyes con un tocco di Delain e perfino di Within Temptation che, proprio come quei fuochi d'artificio che hanno chiuso un anno ricco di musica, incendiano il pentagramma riecheggiando anche in questo 2016.

7.5/10
Dora



Band:
Helena Iren Michaelsen (vocals)
Jan Örkki Yrlund (guitars)
Gerry Verstreken (bass)
Steve Wolz (drums)

Cover artwork by Jan Yrlund | Darkgrove Design





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