lunedì 13 luglio 2015

SATORI JUNK - Intervista

Il disco dei Satori Junk è uscito a febbraio per Taxi Driver e ha tutte le carte in regola per far diventare questi ragazzi lombardi gli eredi degli Electric Wizard. Abbiamo avuto la possibilità di parlare con loro riguardo al progetto musicale ed ecco che cosa ci siamo detti!

Les Fleurs du Mal: Ciao, prima di tutto volevo ringraziare Voi per questa opportunità di far conoscere e farvi conoscere a chi ogni tanto capita per caso sulle nostre pagine e Sara di Taxi Driver (che spero leggerà questa intervista) per i contatti.
E ora, finiti i convenevoli, veniamo a noi. Quando vi ho scritto nella mail “Malsana passione” era vero, nel senso che guardando come stanno andando le cose nel mondo oggi sento spesso gente dire “ma non hai qualcosa di più serio a cui pensare?” e cosi mi chiedo: è veramente malsana la passione per la musica?
Chris: Senza dubbio la passione per la musica può essere qualcosa di morboso, ma è comunque una droga senza effetti collaterali. Se poi c’è gente che dal pulpito è convinta di avere di meglio da fare, come portare la pace nel mondo, beh… glielo lasciamo fare. Non è un problema nostro.

LFdM: Chi sono i Satori Junk e soprattutto come nascono?
Chris: siamo quattro allegri mattacchioni a cui piace divertirsi facendo musica, senza avere la pretesa di essere dei veri musicisti. Quello che facciamo lo facciamo con cuore e passione. E’ un sentimento che abbiamo sempre condiviso sin dall’inizio. Non ci siamo mai fatti illusioni, mai messi nelle condizioni di fare il passo più lungo della gamba. Chi si fa troppi castelli in aria spesso si trova schiacciato dalla frustrazione. Noi cerchiamo solo di andare avanti facendo quello che più ci piace.
Siamo nati così, per caso. E’ bastato mettere un annuncio su internet ed aspettare un po’ di tempo per trovare le persone giuste. Una jam dopo l’altra i pezzi hanno preso forma, abbiamo iniziato a suonare in giro, riscuotendo i primi consensi. La conseguenza diretta di questo lavoro è stata, ovviamente, la registrazione del nostro primo album.

LFdM: Come ho scritto nella recensione il vostro album è stata una piacevole sorpresa, avete avuto buone critiche al riguardo, siete soddisfatti per adesso?
Chris: Siamo molto soddisfatti. Quando sei al debutto e cerchi d’inserirti in una scena musicale è sempre un’incognita. L’attenzione della critica a riguardo ci ha dato davvero una marcia in più. Adesso siamo davvero convinti di poter continuare.

LFdM: E’ sempre difficile dare un giudizio obiettivo quando si tratta di un genere musicale che vanta uno stuolo di artisti di immenso valore, basti pensare a Black Sabbath, Electric Wizard, ma malgrado questo avete avuto a mio avviso una ottima intuizione inserendo delle parti che lo hanno notevolmente modernizzato senza snaturarlo, cosa ci potete dire al riguardo? A chi va il merito?
Chris: La cosa che più adoro di questo genere è la sua sconfinata apertura alle contaminazioni. Abbiamo cercato di seguire l’istinto, senza forzature. L’uso delle tastiere ha sicuramente contribuito a dare un colore diverso al sound. Certi suoni sono un’eredità degli anni 70, adoriamo quei suoni e volevamo che diventassero parte integrante della nostra musica. Credo che il merito vada a tutte quelle band che sono arrivate prima di noi e che ci hanno lasciato qualcosa. Noi abbiamo solo cercato di fare nostro quello che altri in passato avevano proposto.

LFdM: Rispetto all’EP del 2012 questo album è più incisivo, più fluido e meno aggressivo, siete ancora in una fase di rodaggio dal punto di vista tecnico o la sperimentazione è comunque qualcosa che va assolutamente messa in atto ogni volta che si prova a fare pezzi nuovi?
Chris: Nel 2012 siamo entrati in studio con poche risorse, registrando in un solo giorno tutto il materiale a nostra disposizione. Quello che volevamo era semplicemente farci un’idea del nostro lavoro ed ottenere qualcosa di ascoltabile da passare in giro per avere l’opportunità di suonare.
Con l’album è stato diverso: avevamo le idee ben chiare sin dall’inizio, ma nonostante tutto non si smette mai di sperimentare. Alcuni dei campioni presenti nelle registrazioni sono stati recuperati solo la sera prima d’inserirli nel mixaggio, il nostro brano d’apertura, TTD,  non è mai stato suonato davanti ad un pubblico fino alla sera prima di partire per Bologna a registrare.

LFdM: Sempre leggendo qua e là, mi piace l'idea di "intrappolare l'ascoltatore nel vostro mondo distorto" la trovo intrigante Ci possono essere numerose analogie con alcuni vecchi film horror classici o splatter anni 70’, tra l’altro rivisitati recentemente anche da alcuni artisti musicali in modo eccellente. Vi sentite un po’ registi e sceneggiatori in questo caso?
Chris: Non abbiamo la presunzione di sentirci registi, ma quello che piace di più al nostro Luke quando scrive i testi è raccontare delle vere e proprie storie. La matrice horror in questo caso aiuta, perché è un’eccellente fonte d’ispirazione, ma non si può mai sapere cosa esce fuori dal cilindro: ci piace improvvisare con le idee del momento, senza stare troppo a pensarci. E’ quello il bello, è un trip!

LFdM: Ricorre spesso l'idea del sogno o dell'incubo, esattamente che cosa significa per voi?
Chris: Che siano sogni, incubi, o semplicemente stati alterati, è da lì che parte tutto il nostro lavoro, sono lì che si condensano tutte le nostre atmosfere. Come dicevano i Black Sabbath: Behind The Wall Of Sleep.

LFdM: Esiste lo stile perfetto per una band o artista che dir si voglia?
Chris: non credo che si possa definire lo stile perfetto. La natura stessa è imperfetta e mutevole, come si può pensare che possa esserlo la musica?

LFdM: E' stata dura entrare nel mondo della musica?
Chris: di sicuro portare avanti l’attività di una band comporta molti sacrifici di tempo e denaro, non è una cosa facile. Molto spesso non si raccoglie nemmeno quello che si semina. La passione in questi casi è l’unica forza motrice che ti spinge ad andare avanti. Nel mio caso è proprio un’esigenza fisiologica e mentale. Non è difficile entrare nel mondo della musica, è molto più difficile restarci.

LFdM: E adesso? Il vostro è un genere molto apprezzato in sud America, avete qualche programma a livello internazionale o preferite ancora sondare il terreno nazionale ed europeo?
Chris: E adesso proseguiremo un passo alla volta. E' davvero troppo presto per pensare di sdoganare la nostra musica oltreoceano, il Sud America poi… non mi è sembrato così recettivo nei nostri confronti. Una cosa è certa, ci stiamo adoperando per suonare fuori dall’Italia. Ci sarà parecchio da divertirsi!

Grazie mille e a presto.

Michela @Les Fleurs Du Mal Webzine 

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